Quanto sale consuma un addolcitore? 

Per poter funzionare in maniera corretta, un addolcitore ha bisogno di sale: ma qual è la quantità che viene consumata?

In linea di massima si parla di 150 grammi di sodio per 1 litro resina.

quanto sale consuma un addolcitoreIn termini pratici, ciò vuol dire che per un appartamento ogni lavaggio presuppone il ricorso a 2 o 3 chili di sale, mentre per un condominio si oscilla tra i 30 e i 40 chili.

Il calcolo da effettuare è molto semplice: per conoscere i chili di sale necessari occorre moltiplicare i litri di resina per 0.150.

In media, per un condominio in un anno c’è bisogno di 270 chili di sale.

Il lavaggio, infatti, deve essere eseguito non meno di 92 volte all’anno, perché la legge impone di eseguirlo una volta ogni 4 giorni.

Nel caso in cui questo intervallo di tempo non venga rispettato, si corre il rischio di avere a che fare con una pericolosa proliferazione batterica che coinvolgerebbe l’acqua usata per lavarsi, per cucinare, per lavare la frutta e la verdura, e così via.

Ovviamente i consumi aumentano in proporzione al numero di lavaggi, i quali a loro volta crescono in rapporto all’utilizzo di acqua: ecco perché non si può escludere una frequenza maggiore, pari a una volta ogni 2 giorni o 3.

Ipotizzando che in un condominio si proceda a un lavaggio ogni 2 giorni, si avrebbe a che fare con 180 lavaggi all’anno, per un totale di 6.300 chili di sale.

Ci si potrebbe chiedere, a questo punto, quali siano le conseguenze dell’eventualità in cui un addolcitore dovesse restare senza sale.

Quando il sale finisce prima del previsto e non è materialmente possibile aggiungere dell’altro, è consigliabile intervenire e rimediare nel più breve tempo possibile.

La rigenerazione della resina compiuta in assenza di sale, infatti, fa sì che tutte le sostanze che sono state accumulate non possano essere rilasciate: di conseguenza l’acqua trattata non solo non può essere addolcita, ma addirittura rischia di risultare più dura.

Questo inconveniente, dunque, non dovrebbe succedere: se si ripetesse con una certa regolarità nel corso del tempo, le resine non sarebbero più efficienti perché rimarrebbero intrise di sostanze che la rigenerazione non sarebbe in grado di eliminare del tutto.

Un altro problema con cui ci si potrebbe ritrovare a fare i conti è quello relativo a una eccessiva presenza di acqua nel tino del sale.

Le cause di tale imprevisto potrebbero essere diverse: per esempio, la colpa potrebbe essere del tubo di scarico schiacciato o ostruito, o di un errato assemblaggio del giunto o del pistone. In altri casi l’iniettore potrebbe essere intasato o potrebbe essere ostruito il controllo del lavaggio.

Una ulteriore spiegazione plausibile potrebbe essere quella di un difetto del controllo mandata acqua al sale.

Per rimediare è fondamentale, ovviamente, individuare l’origine del problema per poi agire di conseguenza.

Dopo aver smontato e pulito l’iniettore, si deve controllare l’assemblaggio del pistone ed eventualmente sostituire il controllo mandata acqua al sale.

La manutenzione ideale di un addolcitore d’acqua garantisce il suo corretto funzionamento per molti anni, se non addirittura per decenni.

A livello pratico, è necessario verificare con regolarità la presenza di sale nel serbatoio, che deve essere sempre pieno per le ragioni elencate in precedenza. Occorre, inoltre, smontare la cartuccia filtrante e pulirla con cura in rete lavabile.

L’impiego di sale ricristallizzato in pastiglie è la soluzione migliore per ripristinare il livello ideale di sale nel serbatoio, così da non dover fare i conti con episodi di impaccamento o di sporcamento del contenitore.

Infine, va controllata la presenza di possibili impurità nel sale, che andando a depositarsi in corrispondenza del fondo del serbatoio potrebbero bloccare la valvola centralizzata.