Cosa sono le resine e quando sostituirle nell’addolcitore?
Le resine rappresentano una parte fondamentale degli addolcitori perché consentono il cosiddetto scambio ionico, il processo attraverso il quale la durezza dell’acqua può essere ridotta con la rimozione degli ioni di calcio e magnesio.
Sono cinque le fasi che costituiscono questo processo: l’addolcimento vero e proprio, il controlavaggio, la rigenerazione, il risciacquo lento e il risciacquo veloce.
Le resine che vengono adoperate per l‘addolcimento dell’acqua sono di tipo sintetico e in grado di rilasciare ioni neutri eliminando quei contaminanti ionici da cui dipende la durezza stessa.
Nella maggior parte dei casi si tratta di processi reversibili, ed è per questo motivo che si può effettuare la rigenerazione delle resine, che possono durare molto a lungo a condizione che venga rispettata una manutenzione appropriata.
Quasi sempre le resine a scambio ionico che si trovano sul mercato si basano sulla copolimerizzazione di polimeri organici: più è elevato il grado di reticolazione delle resine e più esse sono rigide, e quindi lente nel garantire il raggiungimento dell’equilibrio in quanto poco porose.
Le resine con un grado di reticolazione basso sono meno selettive e si contraddistinguono per una capacità inferiore; si gonfiano d’acqua perché sono macroporose, ma in compenso di equilibrano in tempi rapidi.
La rigenerazione delle resine e quando sostituirle
La rigenerazione delle resine dipende da diverse variabili, tra cui
– la quantità media di acqua che viene consumata
– il grado di durezza dell’acqua
– il tipo di addolcitore
– il numero di litri di resina che sono contenuti all’interno dell’addolcitore.
Le resine di un addolcitore devono essere sostituite nel momento in cui il dispositivo non è più efficiente e si è accertato che non vi siano guasti meccanici relativi ad altri componenti.
Dopo aver controllato che l’inconveniente non sia dovuto al sale, quindi, si può ipotizzare che sia giunta l’ora di sostituire le resine, che comunque nella maggioranza dei casi durano non meno di 20 anni.
Una particolare attenzione deve essere prestata alla fase dello smaltimento, dal momento che le resine esauste sono state classificate come rifiuto tossico pericoloso.
Per questo motivo, è consigliabile affidarsi a una ditta specializzata, che permette di agire rispettando i termini di legge e, soprattutto, scongiurando qualsiasi rischio dal punto di vista della salute.
Ma qual è il procedimento da seguire per la sostituzione delle resine esauste? Il compito è meno difficile di quel che si potrebbe immaginare, anche per chi non è un addetto ai lavori.
Una volta inserito il by pass, non bisogna far altro che sconnettere dalla rete idrica l’addolcitore e svitare la valvola, vale a dire la testata della bombola, che è il corpo del dispositivo.
A questo punto il contenuto può essere svuotato, ricordando che – come si è detto – le resine non vanno considerate alla stregua di un rifiuto domestico comune. Se non si vuole contattare una ditta ad hoc, anche per risparmiare sui costi, si può agire in autonomia conferendo le resine in un’isola ecologica.
La bombola, dunque, può essere riempita con le resine nuove. Ora è sufficiente ripetere le operazioni appena eseguite in senso contrario e ricordarsi di effettuare un lungo lavaggio al momento dell’attivazione.
La sostituzione delle resine dell’addolcitore è conclusa, ma ovviamente nulla vieta di rivolgersi a un professionista.
I prezzi delle resine per un addolcitore
I costi delle resine, in linea di massima, sono abbastanza simili tra un prodotto e l’altro. In genere il prezzo al litro è di 5 euro, ma ovviamente maggiore è la quantità e meno si spende in proporzione: per un sacco da 25 litri, per esempio, il costo può aggirarsi attorno ai 100 euro.
Un prodotto che vale la pena di provare per la sostituzione delle resine nell’addolcitore è la resina cationica Puresoft nel sacco da 25 litri, che garantisce prestazioni ottimali e standard di qualità particolarmente elevati.